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Piccolo pensiero del giorno n11 per : Sulla quarta Corda

Scritto per la pagina Facebook della rivista “sulla quarta corda”

Ogni storia ha la sua filosofia e la sua “via” , ogni storia, ha delle regole che vanno rispettate per dare rispietto a se stessi e chi ti sta a torno. il rispetto è qualcosa che va prima dato per poterlo ricevere, va guadagnato anche con sacrifici, anche in famiglia, e questo non ha prezzo, il rispetto non ha prezzo…

Tatami

Un ragazzo si trova in uno spogliatoio di una palestra. Pian piano si sveste: toglie catenina, orecchini, jeans e maglietta e mette una tuta vecchia. Intorno a lui tanti ragazzi che ridono e fanno caciara, scherzando tra loro; in un angolo un uomo maturo, basso e tozzo ma con un sorriso dolce. È circondato dai suoi allievi, che costantemente scherzano con lui, mentre lui come un padre con i suoi figli risponde giocosamente, con una dolcezza incredibile tanto da lasciare nell’aria in quelle parole cosi profonde un retrogusto di rispetto e giustizia tipico di un gruppo che va oltre allo sport, simile a una famiglia, un clan che forte si riunisce prima di mostrare i muscoli a un nemico.
Tutti salgono sul tatami, dove il sorriso e la goliardia si spengono dopo l’inchino al tatami e il fatidico “osu”! Arrivato al ragazzo, con noncuranza mette il piede sul tatami e senza nessun riguardo si avvia verso quelli che sono i suoi amici per continuare gli affari suoi.
All’entrata del maestro i membri più anziani del dojo scattano e iniziano a invitare la gente a mettersi in fila, sistemano i membri più giovani e i nuovi in ordine di anzianità di cintura dal meno anziano al più anziano, dalla bianca (o nessuna Cintura) alla cintura nera. Di fronte al gruppo il maestro, alla fine il nuovo venuto, subito dietro a un gruppo di ragazzini di sei anni.
Vista la posizione e le cattive abitudini, il ragazzo non diede tanto peso a quello che stava accadendo e iniziò a ,sbuffare senza rispettare quel rituale buffo per un occhio moderno, ma antico di secoli sia in oriente quanto in occidente.

– Dunque, ho notato che non hai salutato il tatami quando sei entrato. Ogni volta che si sale sul tatami si saluta in suo rispetto – dice il maestro al nuovo arrivato.
– Ma è solo un tappeto! – dice il ragazzo stizzito.
– Agli occhi di una persona comune può esserlo, ma realmente non lo è. Il tatami è il mezzo con cui chi entra in questo dojo inizia in suo viaggio, la sua strada che va a narrare e scandire ogni angolo della sua vita. Ogni insegnamento che imparerai qui e porterà fuori, ogni pugno, ogni calcio dato o ricevuto ti arricchirà, ti renderà più forte, migliore sia nel corpo sia nell’anima, come Odisseo e la sua nave, che gli ha permesso di viaggiare e imparare più di ogni essere umano, fino ad arrivare ad Itaca e capire che non era importante l’arrivo, ma il viaggio in sé che lo ha regalato alla storia e al mondo ricordandolo per la sua saggezza e intelligenza. Per questo salutiamo il tatami e ci salutiamo tra noi: perché il “do”; la “via” è composta da tanti sassi, tanti ostacoli grandi e piccoli che ci renderanno nel tempo ciò che siamo…
Il ragazzo con aria spocchiosa risponde al maestro – io personalmente non pago per salutare ma per imparare a dare calci e pugni, io ti pago per insegnarmi a pestare la gente! –
Il maestro in volto diventò nero come la pece
– Tu mi parli di soldi e di violenza, che sono le uniche cose che qui non hanno valore. Qui si insegnano l’armonia e la pace, il coraggio e il viaggio: queste cose non hanno prezzo e sicuramente non valgono i tuoi 35 euro al mese, come il mio tempo non vale cosi poco. Tu sei qua, a casa mia, per imparare qualcosa da noi, da questo gruppo: imparare a camminare, saltare e respirare, a stare in mezzo alla gente e a ragionare con la tua testa, non certo a dare due calci… La stima e il rispetto per se stessi e per gli altri si ottengono con l’abnegazione, con la volontà della goccia d’acqua, che in sé non è forte, ma con il tempo scava tunnel e gallerie. Io ho messo in piedi questo posto non certo per soldi, io dei tuoi soldi non me ne faccio nulla, non hanno valore come non hai valore adesso tu… Io ho creato questo posto per dare una speranza, per dare una direzione e lasciare qualcosa di bello su questa terra, come farebbe un padre con i suoi figli; ed esattamente come un padre a casa sua, detto delle regole che devono essere seguite alla lettera. Questo è il vero prezzo dei miei insegnamenti, dei nostri insegnamenti come famiglia, e non certo il denaro… per questo tocca a te salutare, mostrare rispetto, APRIRE gli occhi e restare aggiornato su quello che io o chi per me diciamo, non certo al contrario. Non sta a me venirti dietro, non ho mai visto un professore universitario stare dietro a ogni vezzo di un ipotetico allievo. Ho visto professori universitari impegnarsi, dare tutto all’insegnamento e alla sua scienza e a chi gli sta vicino e vuole imparare, ma si deve avere la volontà di stare attenti e assorbire, partecipare a questo contesto con la mentalità della tazza vuota che deve essere riempita, con la volontà dei pulcini con la propria madre. Se adesso sei disposto a ripagarci con il tuo rispetto, avrai il nostro rispetto e ti accogliamo in famiglia, altrimenti sai dov’è la porta, e puoi andare gratuitamente.
Il ragazzo non disse nulla, sorrise semplicemente, si incamminò verso gli spogliatoi e si ritirò dal “do” dalla via che viene sottolineata da un dare e ricevere, che va oltre il misero denaro.

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